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Luisa Piccarreta nasce a Corato (Bari) il 23 aprile 1865.
Verso i tredici anni ha la visione di Gesù che, portando la Croce sulla via del Calvario e alzando gli occhi verso di lei, le chiede: “Anima, aiutami”. Da allora decide di patire con Gesù per la salvezza delle anime; a 16 anni si offre come vittima di espiazione. Iniziano per lei sofferenze fisiche, spirituali e morali.
Subisce fenomeni particolari, di cui il più eclatante è quello della rigidità cadaverica, che viene sciolta dal segno di croce di un sacerdote. Nonostante abbia frequentato solo la prima elementare, comincia il 28 febbraio 1899 a scrivere il suo diario, che risulta di 36 volumi. E’ povera e si guadagna da vivere con il lavoro al tombolo. Rimane a letto per 59 anni. Muore a Corato il 4 marzo 1947.

Dal testo

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"Domandando il ' pane quotidiano ' intendevo chiedere tre specie di pane: cioè quello della Mia Volontà, quello Eucaristico e quello materiale.

Il pane della Divina Volontà è, fra tutti, il più necessario, poiché la creatura ne ha bisogno ad ogni istante per poter formare in se stessa la vita divina, mentre per alimentare la propria esistenza non usufruisce che due o tre volte al giorno di quello materiale.

L'Eucaristia fu il secondo pane che domandai per l'umanità. Ma quali frutti avrebbe Esso recato se l'uomo non si fosse prima nutrito del Volere Divino? …  Ciò che si avvera per l'Eucaristia, si ripete per tutti i Sacramenti che Io lasciai alla mia Chiesa. Essi conferiranno la pienezza dei frutti che contengono e comunicheranno vera santità alle anime, soltanto quando la Volontà Divina verrà da esse compiuta sulla terra così come si compie in Cielo.

Per ultimo domandai al Padre mio il pane materiale, vale a dire tutti i mezzi che sono necessari per il sostentamento dell'uomo.

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Questo dono, fu dato all'uomo nel principio ed egli lo respinse col fare la sua volontà.

Figlia mia, il mio Amore per la creatura è grande. Vedi come la luce del sole invade la terra? Se tu potessi fare di quella luce tanti atomi, in quegli atomi di luce sentiresti la mia voce melodiosa, e ti ripeterebbero l'uno presso l'altro: ' ti amo ', ' ti amo ', ' ti amo '..., in modo che non ti darebbero tempo a numerarli; resteresti affogata nell'amore, e difatti ' ti amo, ti amo ', ti dico nella luce che riempie il tuo occhio, ' ti amo ' nell'aria che respiri,

' ti amo ' nel sibilo del vento che percuote il tuo udito, ' ti amo ' nel calore e nel freddo che sente il tuo tatto, ' ti amo ' nel sangue che scorre nelle tue vene; ' ti amo ', nel palpito del tuo cuore ti dice il mio palpito; ' ti amo ', ti ripeto in ogni pensiero della tua mente; ' ti amo ', in ogni azione delle tue mani; ' ti amo ', in ogni passo dei tuoi piedi; ' ti amo ', in ogni parola ..., perché niente succede dentro e fuori di te se non concorre un mio atto di amore verso di te; sicché un mio ' ti amo ' non aspetta l'altro. E i tuoi ' Ti amo ', quanti sono per Me? '.

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