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Armida Barelli

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Nata in una famiglia della borghesia milanese, sceglie di dedicarsi ai ragazzi abbandonati e poveri, rinunciando a creare una propria famiglia. Entra nel Terz'ordine Francescano. Nel 1917 fonda la Gioventù Femminile Cattolica Milanese, e Papa Benedetto XV le affida il compito di diffondere il movimento in tutte le diocesi italiane. Fonda, inoltre, l'Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo e nel 1922, in Cina, l'Istituto Benedetto XV, con il compito di aprire un orfanotrofio ed un dispensario per i poveri. Fonda anche l'Opera della Regalità, con il compito di avvicinare i laici alla liturgia. Nel 1946 si impegna per il voto alle donne in Italia. E’ tra i fondatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Muore nel 1952.

"Così col mio Signore nel cuore io vado incontro a tutto il mondo e son sicura che con lui vincerò sempre. Non mi angustio più per nulla: ci penserà lui ad ogni

difficoltà" 

 

Armida Barelli

Del Genio Maria Rosaria, dottore in lettere e studiosa di storia della mistica

Dalla quarta di copertina:

 

“Nella società che consapevolmente progredisce nella secolarizzazione… incontriamo la Barelli che… anche nella sua famiglia già respira quest’aria inquinata culturalmente e materialmente, eppure arriva ad una meravigliosa visione contemplativa di tutto ciò che la circonda e in più non desidera fuggire il prossimo e tutta la gente comune… Le azioni nate dall’ispirazione interiore servono ad ispirare la vita interiore degli altri”.

(Dalla Presentazione del card. T. Špidlík)

Dal testo

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Ben a ragione possiamo dire di essere stati oggetti di uno spe­ciale amore di predilezione da parte del Figlio di Dio, perché su tutti gli esseri intelligenti creati da Lui, noi siamo veramente i pri­vilegiati. Gli Angeli stessi del cielo invidiano la nostra sorte! Pur mettendo a nostro profitto tutta la Sua infinita sapienza, Gesù Cristo non poteva quindi farci un dono più grande, darci prova maggiore del Suo amore.

 

Istituendo la SS. Eucaristia, Gesù ci ha dato tutto Se stesso in cibo, perché le nostre anime fossero corroborate e forti per le lot­te continue della vita. Come il nostro corpo non può stare privo di cibo senza sentirne diminuzione di forze, così anche l'anima nostra, per vivere la vita della grazia in tutta la sua pienezza, ha bisogno di nutrimento e il Suo cibo è Gesù nella S. Eucaristia.

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Conoscere meglio Gesù Cristo e farlo conoscere... Amarlo più intensamente e farlo amare... Servirlo più fedelmente e farlo servire non per speranza del premio o paura del castigo, ma solo per amore.

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Per saperne di più: A. Barelli, La sorella maggiore racconta, Milano 1981; M. Sticco, Una donna tra due secoli, Milano 1983/2.

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