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Dio creando l'uomo da sempre sapeva che dandogli la libertà si sarebbe corso il rischio di un uso imperfetto di tale libertà.

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Sapeva già che la vita dell’uomo, per scelta personale sempre legata alla libertà, avrebbe avuto tanti momenti non solo belli ma anche infelici, momenti che l’uomo creava infelici per sé e per gli altri come guerre omicidi, tradimenti, ecc.

Sapeva anche che non tutto era perduto e che una redenzione sarebbe stata attuata grazie al suo Figlio unigenito e al sì di una donna che avrebbe permesso al Figlio suo, parte della Trinità, di vivere come gli uomini  e avere le gioie e i dolori propri della natura umana.

dal tradimento degli amici alla morte più crudele che era data a quei tempi, ma ha provato anche la gioia di una famiglia, la tenerezza di tanti amici, il piacere di una tavola imbandita

la compassione della veronica,

la presenza della madre sotto la croce, cosa che non hanno i delinquenti che muoiono con lui.

Per questo motivo possiamo dire che egli è il cuore del mondo e che non c’è un atomo della nostra terra che non sia stato attraversato dalla sua forza redentrice.

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Oggi le cose non sono cambiate…

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La presenza del Cristo nella storia segna uno spartiacque che è tale tra quanti hanno creduto in lui e quanti hanno scelto di non credere.

Su questo ha insistito molto Gesù.

Quando gli chiedono come avere la vita eterna egli dice: convertitevi e credete al vangelo, prima di un miracolo chiede: credi tu? Agli apostoli dice: " Fate miei discepoli…" e così via…

Oltre a questa schiera di ‘credenti’ sulla terra vivono tutti gli altri uomini nei quali l’immagine primordiale di Dio non è cancellata, ma solo ricoperta di tante scorie per cui a volte essa è così sbiadita che quasi non si riconosce più, eppure c’è...e non si può non pensare che a molti accada come a Bonconte di Montefeltro, questo personaggio del Purgatorio dantesco che racconta così gli ultimi momenti della sua vita (Purg. Canto V)

G. Doré, Morte di Bonconte

Quivi perdei la vista e la parola;

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nel nome di Maria fini’, e quivi

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caddi, e rimase la mia carne sola.

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Io dirò vero, e tu ’l ridì tra ’ vivi:

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l’angel di Dio mi prese, e quel d’inferno

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gridava: "O tu del ciel, perché mi privi?

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Tu te ne porti di costui l’etterno

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per una lagrimetta che ’l mi toglie;

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ma io farò de l’altro altro governo!".

Dante non è Vangelo, ma l’avventura del buon ladrone non ci fa pensare la stessa cosa?

Certo non tutti sono ‘buon’ ladroni; c’è anche chi continua a non voler entrare nella casa del Padre come il Figlio grande della parabola del Padre misericordioso (citato nella pagina home) che  è anche lo specchio di chi si sente a posto dinanzi al padre per non aver mai trasgredito le regole…

La vita mistica è un’altra cosa: è la consapevolezza del dono passivo, immediato, gratuito del Padre che attrae nella vita trinitaria.

 

Questo sito nasce dal desiderio di aprire una finestra sulla realtà del proprio essere creature a immagine di Dio, aperte al mistero fin dai primordi.

Nel mondo occidentale si può risalire ai misteri pagani

Si approda poi alla Bibbia dove la partecipazione alla vita con Dio è paragonata a un banchetto, più precisamente al banchetto escatologico di cui parla Isaia

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Isaia 25,6-10

 

Preparerà il Signore degli eserciti
per tutti i popoli, su questo monte,
un banchetto di grasse vivande, un

banchetto di vini eccellenti,
di cibi succulenti, di vini raffinati.


Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre che copriva tutte le genti.

e che ritroviamo nell’Apocalisse:


"Allora l'angelo mi disse: Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell'Agnello!" (Ap 19,1-5)

Con il Cristo il mistero si è fatto visibile

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Gesù può dire:

“Chi vede me, vede il Padre” (Gv 14,9),

Inoltre, la natura divina del Figlio avrebbe mostrato, con la risurrezione, che Dio è più grande del peccato dell’uomo.

Da Gesù in poi non c’è esperienza umana, per quanto dolorosa, che non sia stata vissuta dal Cristo e da Maria sua madre.

Gesù le ha provate tutte: dalla fatica dell’esilio alla fatica del lavoro,

Le regole, se non sono frutto di amore e di affettuosa obbedienza non servono a molto, neppure oggi quando è facile ritrovarsi nel fariseo della parabola il quale prega Dio ricordandogli che la regola è il suo modo di essere: paga le decime, fa elemosina, frequenta il tempio ecc.

Un mistico del sec. XVII, Angelo Silesio, afferma: "Stolto, tu dici che vedrai Dio, ma non lo vedrai, se non lo vedi già ora".

La visione oggi è nella fede e nella consapevolezza della immagine di Dio impressa con la creazione in ciascuna persona. 

La vita mistica è offerta come dono immediato, gratuito e passivo a tutti, ma ne godono quelli che ne prendono coscienza e che, aperti al mistero, gli lasciano invadere la propria vita senza chiudersi al Dio che viene, superando tutte le tentazioni di chiusura che il diavolo, come leone ruggente, va in giro per spezzare ogni tipo di comunione tra Dio e gli uomini e degli uomini tra di loro.

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