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La dinamica azione/contemplazione

La Barelli ritrova nella sua vita, pur in una maniera radical­mente diversa, i caratteri tipici dei grandi mistici compreso « lo sdoppiamento tra il suo io contemplativo e il suo io dinami­co». Ed è la caratterizzazione mistica delle prime comunità cristiane che, vivendo in Dio e per Dio, affrontavano il marti­rio per affermare l'assoluto di Dio. Infatti, prima ancora della nascita del monachesimo come fuga mundi e. prima della siste­matizzazione dottrinale dei Padri Cappadoci circa la divinizza­zione, le prime generazioni di cristiani avevano vissuto tale realtà come laici, a volte consacrati a Dio, ma sempre inseriti nel quotidiano, come « lievito » e « sale » in un mondo che, in­consapevolmente, cercava il cammino autentico della sua rea­lizzazione secondo il disegno di Dio e tra uomini «genetica­mente orientati a Dio». E questi uomini e donne erano come la «parola di un grande mistico» che se ci affascina è perché «dentro di noi c'è un mistico che sonnecchia e che attende so­lo un'occasione per risvegliarsi» (H. Bergson) e  K. Rahner afferma: «l'iniziazione al cristianesimo è in fondo, iniziazione al­la mistica, cioè all'esperienza dello Spirito».

La definizione dell'Ac come "scuola di santità" è di Paolo VI che nel discorso ai partecipanti all'Assemblea nazionale Ac il 25 aprile 1977 afferma:

La prima indicazione, su cui vorremmo insistere, per quanto scontata essa possa apparire, va in direzione di una ripresa decisa forte dell'impegno formativo. L'Associazione deve riproporre, con fiducia, coraggio e originalità, l'importanza primaria della preghiera, della lotta quotidiana per la fedeltà al battesimo, della castità secondo lo stato proprio di ciascuno, della disponibilità alla consacrazione verginale e al servizio dei fratelli per chi a tanto è chiamato, della testimonianza di vita, privata e pubblica, cuore delle diverse, e spesso tanto difficili, situazioni esisten­ziali. In una parola: l'Azione cattolica italiana deve essere, potrem­mo dire, scuola di santità, sulla scia di tanti uomini e donne, giovani e ragazzi, che nel programma "preghiera, azione e sa­crificio" hanno trovato la strada della loro fedeltà generosa e persino eroica al Signore.

 

 

Giovanni Paolo II:

 

Vi stia a cuore ciò che sta a cuore alla Chiesa: che molti uomini e donne del nostro tempo siano conquistati dal fascino di Cristo; che il suo Vangelo torni a brillare come luce di speranza per i poveri, i malati, gli affamati di giustizia; che le comunità cristiane siano sempre più vive, aperte, attraenti; che le nostre città siano ospitali e vivibili per tutti; che l'umanità possa seguire le vie della pace e della fraternità.

 

Sempre il 5 settem­bre a Loreto - quando, guardando a Maria, dice:

Vi invito a rinnovare il vostro «si» e vi affido tre consegne. La prima è "contemplazione": impegnatevi a camminare sulla strada della santità, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, unico Maestro e Salvatore di tutti. La seconda consegna è "comu­nione": cercate di promuovere la spiritualità dell'unità con i pastori della Chiesa, con tutti i fratelli di fede e con le altre aggregazioni ecclesiali. Siate fermento di dialogo con tutti gli uomini di buona volontà. La terza consegna è "missione": portate da laici il fermento del Vangelo nelle case e nelle scuole, nei luoghi del lavoro e del tempo libero. 11 Vangelo è parola di speranza e di salvezza per il mondo.

 

 

Benedetto XVI, poi, nel discorso all'incontro nazionale per il centoquarantesimo dell'Aci, con la partecipazione delle associazioni di Azione cattolica del mondo, in una piazza San Pietro con i drappi dei santi e beati appesi al colonnato e con le figure dei testimoni diocesani che emergono tra i numerosissimi partecipanti, ci invita a sentirci parte di una storia di santità che è costitutiva della nostra identità e finalità e rilancia le tre consegne di Giovanni Paolo II:

 

Siete venuti a Roma in spirituale compagnia dei vostri nu­merosi santi, beati, venerabili e servi di Dio: uomini e donne, giovani e bambini, educatori e sacerdoti assistenti, ricchi di virtù cristiane, cresciuti nelle file dell'Azione cattolica, che in questi giorni compie centoquaranta anni di vita. La magnifica corona dei volti che abbracciano simbolicamente piazza San Pietro è una testimonianza tangibile di una santità ricca di luce e di amore. Questi testimoni, che hanno seguito Gesù con tutte le loro forze, che si sono prodigati per la Chiesa e per il Regno di Dio, rappresentano la vostra più autentica carta "d’identità. Non è forse possibile, ancora oggi, per voi ragazzi, voi giovani e adulti, fare della vostra vita una testimonianza di comunione con il Signore, che si trasformi in un autentico capolavoro di santità? Non è proprio questo lo scopo della vostra associazione? Ciò sarà certamente possibile se l'Azione Cattolica continuerà a mantenersi fedele alle proprie profonde radici di fede, nutrite da un'adesione piena alla parola di Dio, da un amore incondizionato alla Chiesa, da una partecipazione vigile alla vita civile e da un costante impegno formativo. Cari amici rispondete generosamente a questa chiamata alla santità secondo le forme più consone alla vostra condizione laicale! Continuate a lasciarvi ispirare dalle tre grandi "consegne" che il mio venerato predecessore, il servo di Dio Giovanni Paolo II vi ha affidato a Loreto nel 2004: contemplazione, comunione e missione.

 

Accogliamo come Ac con tutta la Chiesa l'invito di papa Francesco a considerare che «il criterio di realtà, di una Parola già incarnata e che sempre cerca di incarnarsi, è essenziale al­l'evangelizzazione. Ci porta, da un lato, a valorizzare la storia della Chiesa come storia di salvezza, a fare memoria dei nostri santi che hanno inculturato il Vangelo nella vita dei nostri po­poli, a raccogliere la ricca tradizione bimillenaria della Chiesa, senza pretendere di elaborare un pensiero disgiunto da questo tesoro, come se volessimo inventare il Vangelo. Dall'altro lato, questo criterio ci spinge a mettere in pratica la Parola, a rea­lizzare opere di giustizia e carità nelle quali tale Parola sia fe­conda» (EG 233).

FONDAZIONE

AZIONE CATTOLICA SCUOLA DI SANTITÀ PIO XI

 

La Fondazione, che vede converge­re Associazioni di AC e parti attrici di testimoni di AC, ha come obiettivo quello di far conoscere santi, beati, vene­rabili, figure in fase romana e diocesana, perché contri­buiscano a proporre e a vivere oggi un'AC scuola di santi­tà, soprattutto per i fedeli laici - di tutte le età e condizio­ni di vita, in tutto il mondo.

 

La Fondazione si è costituita in Roma il 23 novembre 2007, con sede nella Città del Vaticano, promossa dal Fo­rum Internazionale di Azione Cattolica, dall'Azione Catto­lica Italiana e da alcune parti attrici.

 

Dallo Statuto

Art. 2 - Scopo

La Fondazione ha come fine quello di collaborare e coa­diuvare in tutte le forme e con tutti i mezzi opportuni, se­condo le norme canoniche, con le parti attrici e le rispet­tive postulazioni delle cause di Canonizzazione dei beati e beate e delle cause di Beatificazione dei venerabili, servi e serve di Dio, fedeli laici - che sono stati membri, sacer­doti assistenti, vescovi promotori dell'Azione Cattolica (AC), in qualsiasi paese del mondo, siano esse in fase ro­mana o in fase diocesana.

 

Per raggiungere il suo fine, la Fondazione si impegna a:

​

  • curare la divulgazione su "AC scuola di santità" e sul­le singole figure dei testimoni in collaborazione con le chiese locali;

  • sostenere il lavoro di documentazione e di ricerca e raccogliere il relativo materiale di documentazione e di ricerca delle cause;

  • collaborare all'organizzazione di convegni e ricerche a livello internazionale e nazionale sulla vita, l'opera, l'insegnamento morale e spirituale dei santi, beati, ve­nerabili e servi di Dio, testimoni di AC;

  • offrire materiale per gli strumenti di informazione del­le associazioni di AC;

  • offrire Assistenza giuridica per il processo (quando è già avviato) e fornire informazioni e indicazioni per il processo (quando sia da avviare);

  • curare la formazione di postulatori e vice postulatoli per inserire nella pastorale ordinaria l'impegno dell'AC e della Chiesa locale per la beatificazione e la canoniz­zazione del loro testimone;

  •  promuovere in ogni parte del mondo un movimento di preghiera e di intercessione tra i fedeli cattolici e tra tutte le persone che hanno conosciuto beati, beate, venerabili, servi e serve di Dio di AC, la loro opera e ne testimoniano la fama di santità e di intercessione.

 

La Fondazione può svolgere ogni altra attività che possa essere utile e strumentale alla realizzazione dello scopo.

Al fine del perseguimento delle finalità istituzionali e di tutte quelle ad esse strumentali, conseguenti e comun­que connesse, la Fondazione può compiere qualsiasi atti­vità mobiliare, immobiliare ed economico-finanziaria, nonché tutti gli atti e le operazioni relativi ritenuti neces­sari e/o opportuni.

 

Per informazioni, segnalazioni: saints@fiacifca.org

Tra i tanti testimoni se ne presenta qui una emblematica che ha vissuto la vita misica in uno spazio di tempo in cui i laici e le donne non erano certo alla ribalta della cronaca né protagonisti nella vita sociale ed ecclesiale. Si parla di Armida Barelli che agli inizi degli anni venti, partendo da un’esperienza mistica ("mi canta nell’anima l’amore del Signore" come ella afferma) ha portato le giovani donne a prendere coscienza del loro essere agenti di vitalità nella Chiesa e di evangelizzazione nella società civile.

 

La loro testimonianza si inserì nella vita dell’Azione Cattolica della quale il Concilio Vaticano II dirà che è parte costitutiva della Chiesa e che i Papi del XX secolo hanno riconosciuto come scuola autentica di vita cristiana radicata nel mistero di Cristo, assegnando ad essa una vocazione mistagogica che continua nel tempo e nel mondo intero.

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