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Padre Benvenuto Bambozzi nasce ad Abbadia di Osimo nel 1809 e muore ad Osimo nel 1875.
Nel 1822 entra nell’Ordine dei frati Minori Conventuali e nel 1834 è ordinato sacerdote.
Umile ed austero, si dedica alla contemplazione e all’evangelizzazione, per molti anni è educatore dei novizi francescani nel convento di Osimo. Viene ricordato come apostolo del confessionale, amico dei poveri e dei malati. E’ sepolto ad Osimo nella Basilica di San Giuseppe da Copertino.

Dal testo

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Quello che è richiesto a ogni battezzato è vivere consapevolmente inseriti nella dinamica trinitaria attraverso il Cristo.

Per questo motivo, la prima 'virtù' dei santi è accogliere la santità di Dio e vivere conformi al Cristo morto e risorto, passare come lui per le strade del mondo, in tutti i secoli e, giorno per giorno, facendo del bene a tutti: avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ecc....

Non si tratta di fare cose straordinarie, ma semplici, condividendo la vita di tutti i figli di Dio...

Padre Benvenuto è un francescano che come san Francesco l'Assisi è stato con i poveri e con i ricchi, ha mostrato che si può vivere in perfetta letizia quando si lavora con i contadini e quando si è invitati alla tavola dei grandi signori, ha vissuto il presepe e il calvario passando attraverso l'Eucaristia.

Francesco, che non era sacerdote, voleva che si baciassero le orme dei sacerdoti, che non erano dolci con lui, perché senza il loro ministero non sarebbe stata l'Eucaristia...

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San Francesco, padre Benvenuto, noi....

Tanti anni ci separano, eppure l'essenza della vita è la stessa: l'amore di Dio accolto e riversato sui fratelli. Il mistico Francesco e il mistico Bambozzi ci dicono che non sono i fenomeni straordinari che Dio ha concesso loro a porli sul candelabro perché facciano luce, ma questa dedizione, questo abbandono, questa consapevolezza dell'amore di Dio che previene e passa attraverso la vita di chiunque voglia essere segno di un Dio fedele…

L'essere in comunione con Dio mette dinanzi due aspetti che non verranno mai meno: la grandezza di Dio, la piccolezza della creatura, o meglio la santità di Dio e il peccato dell'uomo...

Riconoscere questo, prenderne coscienza, accoglierlo, è vivere quella mistica del quotidiano che i santi ci dicono possibile per tutti perché le braccia di Dio sono sempre aperte per stringere a sé ogni creatura.

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