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Brigida di Svezia

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 Nasce a Finsta, in Svezia. Sposa il nobile Ulf Gudmarsson: dal suo matrimonio nascono otto figli. Insieme al marito studia la Sacra Scrittura, fonda un piccolo ospedale e assiste i poveri. Sia lei che il marito diventano terziari francescani

Rimasta vedova, nel 1349 si stabilisce a Roma. In seguito ad un viaggio in Terra Santa, si ammala; tornata a Roma, muore il 23 luglio 1373. Il suo corpo viene trasferito nel monastero svedese di Vadstena

Ego elegi te, et assumpsi mihi in sponsam, ut ostendam tibi secreta mea, quia mihi sic placet

Borriello Luigi ocd, docente di teologia spirituale e teologia mistica PFTIM, sez. S. Luigi, Napoli.

 

Campone Maria Carolina: docente di lingue classiche, Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli

Dalla quarta di copertina:

 

Il testo qui proposto esprime il suo mistico rapporto con il Signore, attraverso immagini tipiche del fin ‘amor’: “Tu sei come una giga, su cui il menestrello produce note soavi. Il menestrello fa tre cose: avvolge nella seta la sua giga, fa un astuccio per custodirla e vi mette una serratura… Ma lo Spirito Santo è la chiave che apre la serratura del tuo cuore, come a Me piace, per la mia gloria e per il bene dell’umanità” (IV,100).

Dal testo

 

Dice Gesù: « L'anima è la mia sposa, che deve rice­vere consolazione nel mio riposo, sostenere tutti i tor­menti, piuttosto che separarsi da me, perché senza di me non trova consolazione né onore. Ora due cose sono proprie del matrimonio: i beni per il sostentamento e la prole. Così l'anima: allora essa ha un buon sostentamen­to, quando è ripiena di virtù; ha la prole, quando sa di­stinguere il bene dal male. Io ti amo come sposa, perché il mio riposo è il tuo riposo ».

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La mia divinità non fu rivelata per una duplice ragione:

  1. A causa dell'umana debolezza del corpo, la cui so­stanza è fatta di terra. Se, infatti, il corpo di un qualsiasi uomo vedesse la mia divinità, si scioglierebbe come cera innanzi al fuoco e la sua anima sentirebbe tanta consola­zione che il corpo rimarrebbe annichilito come cenere.

  2. A causa della divina bontà e della sua immutabile stabilità.

Se, infatti, io avessi manifestato agli occhi del corpo la mia divinità, che è incomprensibilmente più splenden­te del sole e del fuoco, avrei fatto cosa contraria a me stesso, che ho detto: « L'uomo non mi vedrà e vivrà ». Neppure i profeti mi videro così come sono.

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Per saperne di più: M.C. Campone, Brigida di Svezia. Regina di profezia,  Milano 2012.

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