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Gemma Galgani


Nasce a Borgonuovo di Camigliano (Lucca) il 12 Marzo del 1878. Presto rimane orfana, quasi abbandonata, nella più squallida miseria. Ventenne rifiuta una proposta di matrimonio, per essere «tutta di Gesù». Parla col suo Angelo Custode.
Nel giugno del 1899 Cristo le fa il dono delle stigmate. Nel 1901, a 23 anni, Gemma scrive per ordine di Padre Germano, l'Autobiografia, «Il quaderno dei miei peccati». Nel 1903, Gemma Galgani muore a 25 anni.

“Io vorrei o Gesù che la mia voce arrivasse ai confini di tutto il  mondo…  chiamerei tutti i peccatori e gli direi che entrassero tutti nel tuo Cuore...”

"Vorrei che quando sarò morta tutti dicessero: Gemma è stata vittima d’amore ed è morta solo vittima d’amore, acciocché tutti amassero Gesù".   La povera Gemma

Lethel François Marie ocd, docente di teologia dogmatica e spirituale alla Pontificia Facoltà Teresianum, Roma

Dalla quarta di copertina:

 

“Gemma Galgani è una mistica. Di quale mistica si tratta?... Se il mistero pasquale è al centro del cristianesimo, si deve anche dire che pochi mistici come santa Gemma ripropongono ai cristiani l’esempio e l’insegnamento di una mistica che non può essere mistica di Dio che in quanto è mistica della passione. La sua povertà apparente è tutta a favore dell’essenzialità del messaggio”

(D. Barsotti).

Dal testo

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O Signore!... O Gesù!... o che sono questi forti attraimenti che mi uniscono a te così potentemente? E' il tuo cuore, Gesù, che batte sul mio... Che potenza di amore!... Me lo spieghi tu, Gesù, perché questa povera anima non sfugge da questo carcere per venire in cielo a godere della tua presenza divina?... Non può questa anima.... ma sento ogni mattina la tua cara voce, Gesù; gusto tante dolcezze...

Gesù... Signore, stamani ogni volta che alzo la mente a te. mi pare che tu mi dia un rimprovero.

Gesù... tu, Gesù, da me non vuoi che amore; ma io da te voglio tanto amore per poterti amare, perché mi manca. Vedi. Gesù, io non mi accorgo di quel che avviene in me la matti­na quando ti sento [nella santa Comunione]. Eh, Gesù, chi l'avrebbe detto che col mio cuore ci doveva battere anche il tuo?

E dimmelo... fammi felice, Gesù; dammi la consolazione che ti chiedo... ripetimi quelle care parole che mi dicesti do­menica... Gesù: quando diverrai tu sposo mio? (...)

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O Gesù, posso sperare che alla fine quest'anima riesca di tuo gradimento? Fa' che quest'opera ti sia gradita. Hai usato con me tanta costanza, che posso dire: mi hai vinto di amore. L'amore mi ha vinto, o Gesù.

Gesù, dove dovrei andare a cercare la felicità, se non da te che tutte le volte me la offri?

 

O Gesù!... Lascia, Gesù, che stamani ti apra tutto il mio cuore, ti scopra tutte le mie piaghe e versi nel tuo tutte le mie amarezze. O Gesù, in tutti i giorni della mia vita io ho sempre peccato: molte offese le ho già piante; ma quel che è peggio, che ne faccio sempre di nuove. Quanto sgomento. Gesù, stamani in questo mio povero cuore!... o quando diven­terò io migliore? quando riformerò tutta la mia vita?

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Tu solo, Gesù, perché tu solo puoi calmare le tempeste che si sollevano nel mio cuore di tanto in tanto; tu solo puoi rinvigorire l'anima mia. Tu solo, perché anche che tu sia solo, puoi far tutto.

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Anima mia, che cerchi in questo mondo? Lo so, lo so, tu vuoi amare... Ama Gesù... ama Gesù... Vedrai... me lo saprai dire.

O mio Dio, quando sarò sola, non saprò amare altro che te. Anima mia, Gesù solo, Gesù solo, Gesù solo!... E poi. quando possiedi Gesù, fa' quel che ti pare. E se vuoi goder la pace, fallo. Se tu vuoi la pace, cerca Gesù solo...

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Vedi, o Gesù: anche la notte, quelle ore, quelle ore! Sì. che dormo; ma, o Gesù, il cuore non dorme, veglia sempre con te a tutte l'ore.

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Per saperne di più: Gemma Galgani, Estasi, Diario, Autobiografia, Scritti vari, Roma 1988.

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