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Gilda Moccia nasce a Napoli il 1 agosto 1898 e vive nella sua famiglia che, essendo benestante, la manda poi a studiare, come si usava allora, nel 1913 nel collegio delle Suore Orsoline a Roma.  Qui Gilda fa una profonda esperienza di Dio che la porta a bussare al convento delle brigidine a Roma nel 1920. Il 23 luglio 1921 veste l’abito religioso e prende il nome di suor M. Maddalena di Gesù Crocifisso. Presto si ammala di tubercolosi polmonare e il 20 aprile 1922 muore a Roma.

Dal testo

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Ella, creata come ogni persona umana a immagine di Dio e redenta da Cristo, è stata attenta alla voce di Dio che voleva risvegliarla al suo amore. Ha colto questa voce che sussurra nel fondo del cuore e che, per sbocciare, aspetta solo un contagio, perché la presenza di un «luogo mistico», come poteva essere la casa delle suore che aveva incontrato, risveglia il mistico che «sonnecchia in ciascuno di noi». Lei non solo ha lasciato uno spiraglio a questo «mistico», ma si è aperta al Dio che viene. In questo senso, è un esempio di come anche chi non ha avuto, da piccolo, una frequentazione con il Dio di Gesù Cristo, può lasciarsi conquistare da Dio, che non attende altro che l'uomo risponda al suo amore mi­sericordioso. In questo senso, ancora, la vita di Gilda Moccia non lascia più alibi a quanti lamentano la secolarizzazione della nostra società del terzo millennio. Come a lei, a tutti è data la possibilità di una vita di unione con Dio e la capacità di una sequela del Cristo crocifisso e risorto.

Che la sua breve vita si sia realizzata in un convento dice poco, perché Gilda viveva la sua unione con Dio anche nella sua casa napoletana e senza nessun tipo di aiuto sacramen­tale. Le veniva vietato di frequentare la chiesa, anzi sentiva offendere Dio nella sua stessa famiglia. I pochi mesi di vita religiosa sono stati un regalo che Dio ha voluto farle per la sua fedeltà precedente, in cui viveva di un desiderio di unione con lui realizzato al di là della forma. Nella sua vita vediamo quanto sia importante il desiderio di Dio. Esso appare in tutta la sua forma più viva ed esprime, nella vita di Gilda, la sua validità sempre attuale. Forse da santa Teresa di Lisieux aveva imparato che avere grandi desideri è la via per incontrare Dio, e non importa se il desiderio prende forma concreta. L'impor­tante è che il desiderio non resti solo una pia aspirazione, ma diventi, come nella vita di Teresa di Lisieux e di Gilda Moccia, concretezza di amore, di carità fatta anche di piccole cose, come offrirsi per i lavori più umili per sollevare gli altri dalla fatica o come dare un sorriso per amore.

La sua ribellione alle aspettative della famiglia nei suoi confronti esprime anche un altro valore per l'oggi: la forza nel fare quanto si crede e si sente utile per la propria realiz­zazione.

Oggi, in verità, non vediamo come in passato nei giovani un atteggiamento passivo dinanzi alle aspettative familiari, ma si vede anche che non sempre i ragazzi sono capaci di superare i propri capricci per realizzarsi veramente nella libertà. Molto spesso la libertà è usata contro la vera realizza­zione di sé e segue piuttosto un istinto irrazionale che porta a fare esperienze che non aiutano.

Gilda Moccia può dire ai ragazzi di lottare per la propria vita autentica che porta certamente alla felicità e di superare le varie dipendenze in cui si avviluppa spesso la vita, chiu­dendosi in se stessa.

 

Suor Maddalena, preparata dalla sua vita giovanile, è pronta anche ad accogliere la malattia che la associa alla passione del Crocifisso e la fa «seme morto» per la salvezza delle persone a lei più care, quelle della sua famiglia. Per questo motivo, da questa giovane suora si impara anche la «corredenzione». Lei, che ha sperimentato il superamento delle forze che bloccano l'amore e danno l'energia e la gioia dell'unione con Dio, desidera che questa gioia sia vissuta dalle persone care. Così ottiene che tutti i membri della sua famiglia terrena si aprano all'amore di Dio.

Quella che chiamiamo di solito conversione, e che non è altro che strappare le sovrastrutture di peccato che coprono l'energia di Dio nella persona, ha sempre bisogno di un aiuto interiore o esteriore che sono anche le preghiere dei santi. Da queste preghiere scaturisce un'energia positiva che brucia le scorie della vita mondana e apre all'eternità.

Quando la persona ha visto brillare l'eternità, attraverso un tocco più o meno evidente dell'amore di Dio, cammina su un altro binario e Gilda sembra dirci: «Non abbiate paura di seguire un binario non condiviso, perché in Dio cadranno le barriere». Così è avvenuto per la sua famiglia e così sarà per quanti vorranno giocare la propria vita ripetendo con san Paolo «so in chi ho creduto», e ripetendo con Maria Vergine «grandi cose ha fatto il Signore» nella propria vita solidale e gioiosa.

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