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Dal testo

 

Nel Nuovo Testamento l'uso del termine mysterion, a parte un testo evangelico comune ai tre sinottici (ma con una differenza si­gnificativa nell'uso che ne fa Marco) e tre testi dell'Apocalisse, è li­mitato alle lettere paoline, nelle quali, in compenso, torna ripetuta­mente. È, dunque, in Paolo che occorre esaminarlo se si vuole sco­prire, all'origine, quale senso specifico il termine abbia assunto nella più antica tradizione cristiana.

Resterà, fatto questo, la parte più delicata della nostra ricerca in questa prima fase del presente studio: ossia, l'apostolo da dove è partito per dare a tale termine il senso, sempre più puntuale nel corso dello svolgimento delle sue lettere, che egli trasmetterà alla tradizione successiva?

Tuttavia, lo vedremo, le allusioni, per quanto brevi, sia nei sinot­tici che nell'Apocalisse, costituiranno un test della verosimiglianza o della inverosimiglianza delle soluzioni proposte dalla critica circa le fonti di questo tema per san Paolo stesso...

 

 

Alla sapienza, tutta umana, accomunata alle potenze di questo mondo, e la cui vacuità si rivelerà nella loro imminente rovi­na, si oppone un'altra sapienza: la sapienza misteriosa, cioè per il momento ancora nascosta, ma che è quella di Dio.

È evidente che la Croce fa un tutt'uno con la sua rivelazione, poiché se i « dominatori » del secolo presente avessero conosciuto questa sapienza si sarebbero ben guardati dal crocifiggere il Signore della gloria.

Perché? Perché la Croce di Gesù, apparentemente una disfatta, in realtà sarà il suo trionfo e questo trionfo deve significare, proprio con l'annientamento dei detti « dominatori », la completa sconfitta della sapienza della quale essi stessi erano imbevuti...

 

La sapienza annunciata da san Paolo è, propriamente parlando, quel progetto primo ed immutabile del Creatore stesso, che la caduta (umana e più che umana) sembrava aver fatto fallire.

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