top of page

Pio da Pietrelcina

​

​

Francesco Forgione nasce a Pietrelcina, Benevento, il 25 maggio 1887. Non frequenta le scuole perché deve lavorare nei campi. A dodici anni comincia a studiare per diventare frate. Entra in convento a 14 anni. A 15 anni, veste l’abito e diventa "fra Pio". Nel 1911 ritorna a Pietrelcina per ragioni di salute. Nel 1916 arriva per la prima volta a San Giovanni Rotondo. Qui riceve le stigmate. Nel 1940 inizia la costruzione dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. Nel 1968 muore a 81 anni. 

"Esercitati nella perfezione cristiana! Guardati dalle ansie e inquietudini che impediscono il cammino nella perfezione voluta da Gesù. Ti esorto ad avere una grande confidenza nella bontà e misericordia di Dio!... Egli non ti abbandonerà mai!... però non lasciare per questo di abbracciare la sua santa Croce"  

P. Pio a Cleonice Mercaldi

Lauriola Angela Chiara ex abbadessa delle clarisse cappuccine del monastero della Risurrezione di San Giovanni Rotondo (Foggia)

Dalla quarta di copertina:

​

P. Pio ha seguito Cristo “in mezzo agli uomini… senza mai perdere di vista… la celeste Gerusalemme… che è misteriosamente presente in questo mondo… Non c’è vita cristiana senza vita mistica, perciò, al di là delle manifestazioni straordinarie che l’hanno accompagnata, le radici della vita mistica di P. Pio sono nella vita teologale…” (S. E. Mons. Flavio Roberto Carraro).

Dal testo

​

Vi sono certi momenti in cui sul cielo dell'anima mia si addensano nubi sì oscure e sì tenebrose, da non lasciare intra­vedere neanche debolmente un raggio di luce. È l'alta notte per la povera anima. Tutto l'inferno su di lei si riversa con i suoi ruggiti cavernosi, tutta la mala vita passata e quel che più è spaventoso è che l'anima stessa con la sua fantasia e la sua immaginazione sembra votata a congiurare contro se stessa.

 

Ieri sera poi mi è successo una cosa che io non so né spiegare e né comprendere. In mezzo alla palma delle mani è apparso un po' di rosso quasi quanto la forma di un centesi­mo, accompagnato anche da un forte ed acuto dolore in mez­zo a quel po' di rosso. Questo dolore era più sensibile in mezzo alla mano sinistra, tanto che dura ancora. Anche sotto i piedi avverto un po' di dolore.

Questo fenomeno è quasi da un anno che si va ripetendo, però adesso era da un pezzo che più non si ripeteva. Non s'inquieti però se adesso per la prima volta glielo dico; perché mi sono fatto vincere sempre da quella maledetta vergogna. Anche adesso se sapesse quanta violenza ho dovuto farmi per dirglielo! Molte cose avrei da dirle, ma mi viene meno la pa­rola; solo le dico che i battiti del cuore, allorché mi trovo con Gesù sacramentato, sono molto forti. Sembrami alle volte che voglia proprio uscirsene dal petto.

All'altare alle volte mi sento talmente un accendimento per tutta la persona, che non posso descriverglielo.

Il viso massi­mamente mi sembra che voglia andare tutto in fuoco. Che se­gni sono questi, padre mio, lo ignoro.

​

Il pietoso Signore mi ha potentemente aiutato colla sua grazia. Doni assai grandi il Signore Iddio ha fatto all'anima mia; parmi che con tali abbondanti aiuti il mio spirito sia an­dato migliorando in quello che sto per dire. A lui ne diano le creature tutte sempiterna lode e benedizioni!

Appena mi metto a pregare tosto mi sento il cuore come invaso da una fiamma di un vivo amore; questa fiamma non ha nulla a che vedere con qualsiasi fiamma di questo basso mondo. È una fiamma delicata ed assai dolce che strugge e non dà pena alcuna. Essa è si dolce e sì deliziosa che lo spi­rito ne prova tale compiacenza, e ne rimane sazio in tal guisa da non perderne il desiderio; ed oh Dio! cosa al sommo meravigliosa per me e che forse non arriverò mai a comprendere.

​

​

Per saperne di più: P. Pio da Pietrelcina, Epistolario, San Giovanni Rotondo(FG) 1995.

bottom of page