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Campone Maria Carolina: docente di lingue classiche, Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli

Pseudo Macario​

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Dello Pseudo-Macario, autore di molti scritti famosi, non si conosce nulla circa la sua vita. Alcuni lo identificano con Macario d’Egitto, abate di Scete, vissuto forse verso la fine del IV secolo, altri con un autore anonimo vissuto tra la Siria e la Mesopotamia per le sue citazioni del fiume Eufrate.

Dalla quarta di copertina:

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Il testo  esprime l’immenso desiderio di Dio di un uomo che esperimenta la lotta tra il bene e il male, il cui principio coesiste in ogni battezzato. La liberazione da tale conflitto non solo è possibile, ma permette all’anima di contemplare la luce dello splendore di Dio in maniera incessante in virtù dell’energia infusa nel cuore dallo Spirito Santo. 

Il perfetto sposo riceve

l'anima perfetta come perfetta sposa

nella santa e mistica

comunione delle nozze….

Dal testo

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Dio ha reso l'anima uno strumento e una creatura grande, preziosa, avvenente e più importante di tutte le creature, un'opera preziosa, destinata ad essere la dimora di Dio (cf Ef 2,22) e fatta a sua immagine. L'anima pos­siede, in effetti, un'immagine spirituale e immateriale, con­forme alla sua sottigliezza naturale, così come il corpo ha una sua propria immagine. Ma la vera immagine di Dio è l'anima e quest'immagine viva e immortale porta e man­tiene l'altra.

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Se gli uomini attenti alle cose carnali deside­rano tanto la gloria del re terreno, quanto più la deside­rano quelli nei quali è instillata una goccia dello Spirito della vita, che è la divinità: il loro cuore è ferito dall'amore divino verso il re celeste, Cristo (cf Ct 2,5), e sono soggio­gati da quella bellezza e gloria ineffabili, dal decoro incor­ruttibile e dalle indicibili ricchezze del vero ed eterno re, Cristo, dal cui desiderio sono conquistati (cf Ct 5,4; 5,8).

  

Lo Spirito Santo ha voluto fondersi con l'anima, purifi­carla dallo spirito del peccato che è nelle sue membra (cf Rm 7,23) e divenire con essa un solo spirito, per porla accanto a sé come fidanzata, sposa pura e immacolata (cf Ef 5,27). Gloria a colui che ha così amato l'anima creata a Sua immagine, l'ha liberata dal regno delle tenebre e l'ha trasportata nel Regno (cf Col 1,13) della vita luminosa.

 

Se un re incontra un povero qualunque, malato, egli non si vergogna di curare le sue ferite, portarlo nel suo palazzo, rivestirlo di porpora, cingerlo di un diadema e farlo mangiare insieme a

 lui: anche Cristo, il re celeste, accostandosi all'uomo ammalato, lo ha guarito e lo ha reso partecipe della sua mensa.

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Per saperne di più:F. Moscatelli (a cura di), Macario/Simeone. Discorsi e dialoghi spirituali/1, Bresseo di Teolo (PD) 1998.

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